Parigi, i graffiti della statua di Sant’Antonio
Nelle chiese italiane siamo abituati a trovare sotto le statue dei santi i lumini accesi, le candele, anche dei bigliettini con intenzioni di preghiera, richieste di benedizioni, ma quello che accade in una chiesa di Parigi in Italia lo riscontriamo solo su alcuni affreschi, come quello di San Francesco ad Assisi, ma comunque riferibili a molti anni fa se non secoli e dunque in qualche modo storicizzati.
Nella chiesa di Saint-Germain-des-Prés, invece, davanti a una delle cappelle radiali del deambulatorio dove è presente anche la tomba del filosofo Cartesio, la statua di Sant’Antonio di Padova è ricoperta di preghiere scritte con matite, penne e pennarelli.
Una pratica che va avanti da una trentina d’anni, complice una statua non notevole dal punto di vista artistico e dunque non sorvegliata, che coinvolge persone di nazionalità diverse. Insieme a quelli dei parigini e dei francesi ci sono messaggi scritti in altre lingue lasciati molto probabilmente anche dai turisti.
Sulla statua di Sant’Antonio da Padova ci sono soprattutto richieste di protezione. Alcuni si rivolgono al santo: “Per favore, mantieni i miei figli sani e salvi”, altri mettono più semplicemente un cuore attorno ai nomi dei propri cari.
Sono espressi anche desideri professionali, come la scritta “Bac et Beaux-Arts” lasciata sulla manica della statua, o la richiesta di ritrovare ciò che è stato perduto.
Anche se magari le intenzioni sono sane e riconducibili a una devozione popolare, speriamo che questa pratica non trovi mai spazio nelle tante chiese storiche del nostro paese, ricche di sculture che oltre al valore religioso ne posseggono uno storico e artistico che va preservato.
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