“La strada di casa”, Kent Haruf
La strada di casa è quella che porta a Holt, piccola cittadina del Colorado; quella che ha ritrovato dopo un bel po’ di tempo il protagonista di questo romanzo: Jack Burdette, passato da essere eroe sportivo a carismatico protagonista della tranquilla vita cittadina, per finire poi ladro e fuggiasco.
Una vita, quella di Jack, che comincia tra le mille difficoltà di una coppia che aveva perso ormai le speranze di avere un figlio e che viveva da separati in casa, con un marito sempre ubriaco e una moglie taciturna.
Jack è il figlio di questa città, l’eroe al quale è tutto concesso, anche di abbandonare la fidanzata di una vita che lo serviva con dedizione per una ragazza sposata in una sera; il gigante che otteneva sempre una pacca sulle spalle, una birra in compagnia e una risata sempre pronta ad ogni sua battuta.
Un gigante inquieto che una volta arrivato ai vertici della cooperativa di coltivatori per i quali aveva sempre lavorato, cominciò a derubarla, piano piano, con l’aiuto di un contabile al quale aveva promesso la sua parte. Piccole somme nascoste e spostate ogni giorno fino alla fuga solitaria, abbandonando moglie e figli e perfino il suo compare.
E mentre la vita ad Holt prosegue, quando l’oblio sembrava essere sceso su Jack, ecco il suo ritorno in città, sicuro che gli anni passati avessero mandato in prescrizione i suoi reati. Era tornato per riprendersi la moglie e i suoi figli, l’unica cosa che gli era rimasta. E se li riprende con la forza, l’unico modo che ha mai conosciuto.
Kent Haruf cattura magistralmente l’essenza della vita di provincia, ritraendo la comunità e le relazioni strettamente intrecciate tra i suoi abitanti. Man mano che il romanzo si sviluppa, ci viene mostrato il lato oscuro di questo luogo apparentemente idilliaco, svelando i lati nascosti dei personaggi, rivelando i loro segreti, rancori e emozioni profonde.
Attraverso la sua prospettiva, Haruf esplora temi come l’identità, la redenzione e il peso del passato. Il ritorno di Jack riporta alla luce questioni irrisolte del suo passato, e il romanzo diventa un’indagine sulle conseguenze delle sue azioni e sull’impatto che hanno avuto sulle persone che una volta conosceva.
Utilizzando una prosa sobria e suggestiva, Haruf dipinge un quadro vivido della città e dei suoi abitanti. La capacità dell’autore di comunicare le sfumature delle emozioni umane attraverso un linguaggio semplice ma potente è notevole. Ogni frase è accuratamente plasmata, trascinando il lettore sempre più in profondità nella narrazione e permettendo un profondo legame con le lotte dei personaggi.
Le 190 pagine di questo quarto volume della collana Americana, curata da Sandro Veronesi, volano via in una giornata, lanciando un interrogativo: Come si fa a non aver mai letto Kent Haruf?
- Fingernails. Il vero amore? Sulle dita di una mano - 27 Febbraio 2024
- Dybala meglio di Goethe, il suo Inno d’amore a Roma - 26 Febbraio 2024
- Seme di libertà - 22 Gennaio 2024