Joyce Carol Oates, Sorella mio unico amore

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Betsey rimpiange il suo passato di pattinatrice, Bix è un omone che corre dietro la sua carriera e le donne, Skyler è il primo figlio della coppia, il primo a subire il peso delle aspettative dei genitori, troppo grande per le sue gracili spalle; Edna Louise è la secondogenita che diventa Bliss, la futura campionessa olimpionica di pattinaggio su ghiaccio, per ripagare la voglia di successo della madre e il suo desiderio smisurato di benedizione divina. Ma Bliss morirà giovanissima, portandosi dietro in un vortice di abbandono, disperazione e isolamento, il povero Skyler.

Joyce Carol Oates racconta tutto questo con una prosa intensa ed evocativa, trasportandoci nel cuore dei personaggi e dei loro conflitti interiori. Le descrizioni dei luoghi e delle emozioni sono così realistiche da farci sentire come se fossimo lì con loro. E insieme a questa storia che comprenderemo pienamente solo alla fine, descrive una società americana affamata di sogno e di stupore, una società che abbandona i propri bambini a sé stessi, senza guida, senza comprensione, senza amore. I figli sono riempiti di cose e impegni, sovraccaricati di aspettative, senza più il tempo per essere bambini, senza protezione, soli, circondati soltanto da regali e da tate. E chi non ce la fa, ha una diagnosi pronta, perché a tutto, anche alle mancanze dei genitori, c’è uno psicofarmaco appena sviluppato con il quale curare malattie sempre nuove.

Bambini in overdose che affrontano l’adolescenza con la morte dentro e usati senza remore dai genitori per tessere i loro rapporti con altre famiglie facoltose, attraverso pomeriggi di gioco o di studio, finalizzati solo a stringere legami d’affari.

Sorella, mio unico amore è un viaggio di 670 pagine raccontate da Skyler in terza persona, un viaggio sull’infanzia negata alla ricerca della propria identità, sulla scoperta dell’amore che arriva nonostante tutto ma molto rapidamente scivola via.

Un percorso che come dice la Oates, per bocca di Skyler procede ossessivamente a rilento, ingarbugliato, perché lo Skyler che racconta , e che ora ha 19 anni, “non ce la fa a soffermarsi sulle scene sempre più drammatiche della sua vita”. Eppure, deve farlo. Oltre alla trama principale, il romanzo affronta anche tematiche più ampie, come la cultura delle celebrità e la fragilità delle relazioni familiari. Oates scava nelle sfumature della psicologia umana, dando vita a personaggi profondamente realistici e complessi, con uno stile che rapidamente porta il lettore fino alla fine, senza mai tentarlo di interrompere il viaggio.

Mauro Monti
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