Senegal, un muro verde contro il deserto
A volte un muro, invece che respingere uomini e donne, può servire a cercare di garantire loro un futuro, contro l’avanzata di un nemico che li costringerebbe alla fame: il deserto. È il Great Green Wall, un progetto lungo 8.000 Km che riguarda tutta l’Africa.
Nato circa 10 anni fa e realizzato finora per il 15%, il progetto della grande muraglia verde sta già riportando in vita i paesaggi degradati dell’Africa su una scala senza precedenti, fornendo sicurezza alimentare, posti di lavoro e un motivo in più per rimanere in patria.
Una volta completato, sarà la più grande struttura vivente del pianeta, 3 volte più grande della Grande Barriera Corallina.
Tra i posti in prima linea contro il cambiamento climatico, la regione del Sahel, all’estremità meridionale del deserto del Sahara, uno dei luoghi più poveri del pianeta. Siccità persistenti, mancanza di cibo, conflitti per la diminuzione delle risorse naturali e migrazione di massa verso l’Europa sono solo alcune delle tante conseguenze.
Dalla nascita dell’iniziativa nel 2007, la vita ha iniziato a tornare alla terra, portando maggiore sicurezza alimentare, posti di lavoro e stabilità nella vita delle persone.
In Senegal, nello specifico, vicino al confine con la Mauritania, stanno nascendo centinaia di giardini conosciuti come “Tolou Keur” che ospitano piante e alberi resistenti ai climi caldi e secchi, tra cui papaya, mango, moringa e salvia. I letti circolari consentono alle radici di crescere verso l’interno, intrappolando liquidi e batteri e migliorando la ritenzione idrica e il compostaggio.
Il Senegal ha chiuso i suoi confini all’inizio del 2020 per cercare di frenare la diffusione del coronavirus, e questo ha spinto l’agenzia di riforestazione a cercare modi per aiutare i villaggi a diventare più autosufficienti.
Nel video, l’esempio della città di Kanel, dove il giardino è fiorente, grazie al corretto funzionamento della pompa dell’acqua e dei canali di irrigazione e alla costruzione di un muro di cemento e cani da guardia per tenere alla larga i roditori.
La speranza, per gli abitanti del luogo, è quella di evitare di intraprendere i lunghi e pericolosi viaggi della speranza verso l’Europa: “Il giorno in cui le persone realizzeranno il pieno potenziale della Grande Muraglia Verde, fermeranno queste pericolose rotte migratorie in cui puoi perdere la vita in mare. È meglio restare e lavorare la terra”.
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