Papa Francesco: Nel Padre Nostro manca la parola “io”; è la preghiera del noi, della Chiesa.

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Papa Francesco e il Padre Nostro

Cosa manca nel Padre Nostro? Papa Francesco lo ha chiesto durante la catechesi dell’Udienza generale di mercoledì 13 febbraio 2019 in Aula Paolo VI.

“C’è un’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro – ha detto il Santo Padre – Manca una parola che ai nostri tempi – ma forse sempre – tutti tengono in grande considerazione: manca la parola “io”. Mai si dice “io”. Gesù insegna a pregare avendo sulle labbra anzitutto il “Tu”, perché la preghiera cristiana è dialogo: “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. E poi passa al “noi”. Tutta la seconda parte del “Padre nostro” è declinata alla prima persona plurale: “dacci il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal male”. Perfino le domande più elementari dell’uomo – come quella di avere del cibo per spegnere la fame – sono tutte al plurale. Nella preghiera cristiana, nessuno chiede il pane per sé: lo supplica per tutti i poveri del mondo. Manca la parola “io”: un buon insegnamento di Gesù, non dimenticatelo mai”.

Quello della preghiera del Padre Nostro è un tema che spesso è stato trattato dal Papa; il 21 giugno 2018, a Ginevra, nel Pellegrinaggio Ecumenico svolto in occasione del 70° anniversario della Fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Francesco nell’omelia definisce il «Padre nostro» la formula della vita, quella che rivela la nostra identità: siamo figli amati. “È la formula – dice il Papa – che risolve il teorema della solitudine e il problema dell’orfanezza. È l’equazione che indica cosa fare: amare Dio, nostro Padre, e gli altri, nostri fratelli. È la preghiera del noi, della Chiesa; una preghiera senza io e senza mio, tutta volta al tu di Dio («il tuo nome», «il tuo regno», «la tua volontà») e che si coniuga solo alla prima persona plurale. «Padre nostro», due parole che ci offrono la segnaletica della vita spirituale”.

Andiamo ancora un po’ più indietro. Il “Padre nostro”, ha ricordato il Papa nella Visita Pastorale a Cesena e Bologna prima del pranzo con i poveri nella Basilica di San Petronio domenica 1° ottobre 2017, è una preghiera che si esprime al plurale: “il pane che si chiede è “nostro”, e ciò comporta condivisione, partecipazione e responsabilità comune. In questa preghiera tutti riconosciamo l’esigenza di superare ogni forma di egoismo per accedere alla gioia dell’accoglienza reciproca”.

Mauro Monti
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